Donne immerse nel pensiero

 

LILLY MARCOTULLI è un "ricordo di creta". La creta sulla quale le sue mani "soffiavano" oggetti muliebri usciti dal sogno o dall'incubo. Vestali di un passato che richiama civiltà precolombiane, Americhe lontane geograficamente e temporalmente. Catturate in slanci leggiadri o mummificati nella proiezione forse dell'orrore. Da quegli enigmi quasi ancestrali, a poco a poco le sue figure sono emerse in corpo e consistenza, disciolte in movenze più prossime al quotidiano.

Ed ecco le sue donne di adesso. Ravvolte, accartocciate, misteriose come fiori non schiusi. Immerse nel pensiero, nella riflessione o più semplicemente nell'amore: punti interrogativi, rebus sospesi dai quali si attende ancora risposta o soluzione. Gomitoli di membra in posizione di difesa, racchiusi, gelosi di sé, scrigni ostinati, ma dolci, di grimaldelli della vita. Viandanti non occasionali, non certo definitive nel lento faticoso progredire in chiave freudiana. Sculture mobili-immobili, virgole delle litanie interiori di una donna in divenire. In un'analisi continua. Dove l'opera rimuove paure e consolida certezze.

Ruggero Marino