I pacchi di Leonetta Marcotulli all’ExpoArte - Bari
Il mondo che Leonetta ci restituisce con i suoi pacchi, a più colori, spediti ad artisti a lei cari proviene direttamente dagli strati più profondi del suo Io. Per questo il suo lavoro si rivela come una paziente operazione assieme di memoria e di conoscenza; memoria autobiografica di una donna del nostro tempo, che si sente esuberantemente posseduta dai fantasmi e dalle visioni del passato; conoscenza della realtà attuata attraverso se stessa, con i suoi pacchi-sculture, spediti negli angoli più reconditi del suo essere e del suo esserci. E' chiaro, allora, che il riaffioramento delle pulsioni e fantasie più intime, nate nel territorio della sua immaginazione e della realtà effettivamente vissuta a Caracas sono tangibili nella sua arte. Di qui i suoi pacchi: sculture ectoplasmatiche, pacchi riverberanti le penombre del profondo, l'affollamento delle immagini, l'indefinitezza delle forme anti-naturali. La successione consapevole é nell'inconscio una contemporaneità, un essere - insieme, fenomeno che definisco col termine di sincronicità. Gli spettacoli insoliti delle sue opere sono, in realtà inusuali perché realizzati appunto sulla scorta della simultaneità e dell'elasticità che caratterizzano l'inconscio. Tuttavia é proprio questo ad essere decisivo, per l'inconscio. Ed é certamente per questo che i suoi pacchi sono di monito per ricordare una vita vissuta per l'arte. Otto Groddek
|