LILLY NON SI PUO' CLONARE
TIVOLI - Pacchi, donne, gatti in terracotta,
marmo e travertino come anche foto e racconti immaginati, dal 26 Giugno
hanno riempito le Scuderie degli Estensi di Tivoli e dato vita a Lilly
non si può clonare una retrospettiva su Leonetta Marcotulli curata dall'
Associazione culturale "Arte, Cultura e Territorio", presentata da
Duccio Trombadori e con il Patrocinio della Regione Lazio, Provincia di
Roma, Comune di Tivoli e Comunità Montana dell'Aniene.
Le sculture di Lilly si potrebbero immaginare
affiorare lentamente dal buio, appena illuminate da coni di luce
infastiditi da un leggero pulviscolo. Ma forse loro, quelle donne, quei
gatti, quei pacchi, sarebbero infastiditi da tanto protagonismo
preferendo l'essenzialità della loro intensa intimità.
E' la prima volta infatti che delle opere
sembrano fare una concessione ad un'artista, farle il favore di restare
immobili per qualche giorno a farsi guardare, solo per ricambiare
l'eterna amicizia che hanno con chi generosamente le ha portate al mondo
e si è preso cura di loro.
Alle "Scuderie Estensi" ora che c'è Leonetta
Marcotulli ci si sente un po' invasori di un legame gentile e privato
che si conduce con empatica complicità, tanto che si vorrebbe
attraversare le sale in silenzio insinuati del leggero presentimento di
trovarsi nell'esistenza di qualcun'altro.
Solitamente infatti le retrospettive raccontano
la vita di un personaggio della cultura, riorganizzandola per
identificare i suoi momenti più significativi: le opere della Marcotulli
sembrano però sfuggire a qualsiasi tentativo di razionalizzazione, non
riescono ad essere poste nel tempo perché appaiono un fenomeno presente
che parla della propria contemporaneità. Quelle donne pensose danno
l'impressione di non essere finite nonostante la completezza delle
linee, sembrano vivere l'amore e maturare la nostalgia del ricordo; i
gatti, scolpiti dall'artista per curare la mancanza di quelli che aveva
avuto, si potrebbe immaginare vederli miagolare sul proprio davanzale o
dimenarsi intorno a quei pacchi in attesa di essere spediti. Tutto si
lascia immaginare come un mondo immobilizzato per un momento che, non
appena è lontano dallo sguardo dello spettatore, si ricomincia a
muovere, agitato dalle necessità vitali più umane.
Per Lilly infatti la scultura appare
un'esigenza che nulla ha che fare con la costruzione di un'identità
spendibile e né tantomeno con il profitto:i suoi lavori si presentano
come i compagni di esistenza di un'artista che non guarda all'arte per
garantirsi un ruolo nel mondo ma che la usa per costruirsi qualcosa che
l'accompagni attraverso la Storia e il viaggio della Marcotulli è già
stato lungo: nata a Roma nel 1929, ha vissuto parte della sua vita a
Caracas dove ha, tra le altre cose, coltivato una passione per
l'automobilismo che l'ha portata a partecipare a diverse gare di Gran
Turismo con la sua "Giulietta Sprint". Ma poi è tornata a Roma dove,
come dice lei stessa, ha accompagnato tre generazioni d'artisti. Il suo
studio di via della Lungara nelle sue parole è stata "un'oasi che ha
visto nascere per gioco o per miracolo, tra una risata , una spaghettata
ed una lite all'ultimo sangue, resa corposa da un vino antico, progetti
opere ed artisti, che ne hanno travalicato i confini assumendo una forza
che allora sarebbe sembrata utopia". Per di lì infatti sono passati nomi
come Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli, Massimiliano Fuksas,
Valentino Zeichen, Duccio Trombadori e tanti altri.
Sicuramente la doppia origine italiana e
sudamericana della Marcotulli come la frequentazione dell'importante
ambiente artistico degli anni '70 hanno influenzato in parte la
fisionomia del suo lavoro ma la sua sincerità impone il travalicamento
di qualsiasi categoria: i suoi lavori esprimono l'unicità di
un'esistenza privata che oscilla tra la necessità di narrare i luoghi
frequentati, le esperienze vissute e le immagini conservate e quella di
preservarsi in un elegante e silenziosa intimità.
Le sculture di Lilly sono vibranti di una
contraddizione per cui se da una parte cercano di fermare il tempo
descrivendone un momento dall'altra intendono l'impossibilità di
circoscrivere ogni istante senza comprometterne la ricchezza. Le sue
donne ci dicono che riflettono ma su che cosa lo tengono segreto, i suoi
gatti vogliono esistere ma non si sa cosa hanno fatto un momento prima,
i suoi pacchi hanno attraversato il mondo ma non si sa che cosa
contengano.
Tutti i lavori di Lilly parlano e tacciono,
tutti sono attraversati dall'energia e dal rumore di una vita, la sua.
Asia Leofreddi
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